Studiare Astrologia significa anche, secondo me, mettersi nella condizione di poter spaziare tra diversi argomenti e avvicinarsi, con umiltà, anche ai lavori di studiosi ed accademici -e quindi non astrologi- che hanno fatto ricerca e creato cultura. Tra questi un nome di spicco è sicuramente Marie-Louise von Franz, psicoanalista svizzera, allieva e collaboratrice di Carl Gustav Jung.
Ho il piacere di condividere le riflessioni sull’argomento, nate dopo la lettura del testo Le Tracce del Futuro del collega ed amico Paolo Quagliarella. Riflessioni che condivido in toto e che quindi ho ritenuto fosse interessante riportare in questa sede.
La sincronia (ovvero l’accadere simultaneo di due eventi) e la sincronicità sono due eventi distinti, sebbene possano intersecarsi: come spiega bene Paolo Quagliarella è necessario che l’evento sincronico sia interpretato e dotato di Senso dalla Coscienza, l’unica in grado di rendere un segno un simbolo in grado di parlare direttamente alla persona.
La sincronicità e l’Astrologia
Gli eventi sincronistici non sono prevedibili, accadono e basta: soltanto dopo un evento, l’uomo attraverso la coscienza ne prende atto e cerca d’inserirlo in un contesto personale, così come il volo dei corvi nei pressi di casa propria, dove non sono soliti essere presenti, può rappresentare per il soggetto il verificarsi futuro di un evento nefasto, oppure il sapere in contemporanea che è accaduto un evento nefasto a un proprio caro e così via.
Senza entrare nel dettaglio dei possibili tipi di sincronicità, se pensiamo all’interpretazione del tema natale, ma ancor meglio alla nascita di un qualsiasi soggetto o evento, comprendiamo che vi è contemporaneità, inizialmente, fra eventi celesti (posizioni zodiacali dei pianeti, delle case), ma non sincronicità, perché questa non è prevedibile. Anche cercare di forzare un’interpretazione in una trama che non appartiene al reale non è sincronicità, ma un inutile spreco di tempo. Bisogna, quindi, stare molto attenti quando interpretiamo un tema natale: la sincronicità si manifesta quando entra in gioco la coscienza l’Io.
L’interpretazione del tema natale, così come l’utilizzo delle tecniche previsionali, sono utili alla ricerca di un Senso, la sincronicità stessa è la ricerca di senso. La ricerca di Senso è quindi lo strumento della coscienza, dell’Io che permette di mettere in relazione il tema natale, mero evento sincronico, con un concetto più ampio che è quello sincronistico, questo perché non possiamo dire “a priori” ora ci sarà un evento sincronistico, solo il senso diventa lo specchio che ci permette d’indagare in maniera indiretta gli eventi sincronistico-astrologici: tema natale, tecniche previsionali.
Compreso questo punto fondamentale, ovvero che l’evento sincronistico, interpretato dall’uomo, altro non è che una ricerca di senso, il passo successivo necessario è comprendere che nessuna interpretazione di un tema natale potrà mai essere esaustiva, neppure se realizzata dall’Astrologo più bravo al mondo, ma sarà sempre una visione parziale frutto dell’incontro di due soggetti, l’astrologo e il consultante che si confrontano con una mappatura della psiche, il tema natale, che apre a infinite interpretazioni, tante quante sono le possibili personalità dei diversi astrologi e dei diversi archetipi costellati nella psiche del consultante.
Se dovessimo reinterpretare il medesimo tema natale dello stesso soggetto a distanza di tempo, pur presupponendo, per assurdo, che la personalità dell’astrologo sia rimasta immutata e che nulla gli sia capitato a livello personale tanto da toccarlo nel profondo, il consultante prenderà per più vere, magari, le affermazioni sulla propria personalità, che l’anno precedente non gli sembravano poi così centrate, proprio perché il tema natale (evento sincronistico per il consultante), pur mantenendo la medesima struttura, assume altri contenuti, un altro senso, grazie all’Io e alla Coscienza.
M. L. von Franz scrive della sua esperienza con gli astrologi ricordando che:
“Ora, come poteva quel chiromante, Spier, sapere del mio passato che è, per così dire, proprietà della mia memoria? Il mio passato è mio, e solo io lo conosco; come ha potuto arrivarci lui? lo notai che, pur dicendomi la verità a proposito del mio passato, il suo messaggio riguardava in larga misura il mio carattere. Lui sottolineava certi aspetti, e io pensavo: «Mio caro, sei anche tu lo stesso tipo! Ebbi modo in seguito di verificare questa impressione, facendomi fare varie letto» re, vari oroscopi, possibilmente da persone che più o meno conoscevo, e trovai che erano tutti veri. Quando li leggevo potevo sempre dire: «Sì, e una diagnosi veritiera». Ma quelle diagnosi erano fra loro molto diverse. e, leggendole con attenzione, vi rendereste conto che è tipico che quella data persona abbia notato quella data cosa ed è tipico che la tal altra persona abbia notato qualcos’altro. Perciò le informazioni sono filtrate dalla personalità del medium. o dell’indovino, o dell’astrologo, o del chiromante, e così via. Essi penetrano nella regione della costellazione psichica dell’altra persona che è affine alla propria. Sono tutte descrizioni psicoanalisi possiede uno strumento in più che il tema natale, come ricorda Jung affermando che a volte ha sbirciato veritiere, ma soltanto parziali.”
La von Franz aggiunge inoltre che a suo avviso alcune persone non sono analizzabili poiché il loro tipo psicologico non risuona con quello dello psicologo, nel nostro caso con quello dell’astrologo. Non sono particolarmente d’accordo con questa affermazione: è vero che alcuni Temi natale sono di difficile interpretazione, e magari il consultante possiede una tipologia psicologica totalmente diversa dalla nostra, ma l’astrologia nel tema natale dei consultanti cerca di cogliere qualcosa in più della loro personalità.
I numeri naturali e le forme
Jung, inoltre, è stato affascinato dai numeri naturali perché, a suo avviso, rappresentanti un ordine superiore, una forma archetipica.
L ’I-Ching, strumento principe, secondo Jung, per cogliere le manifestazioni del tempo individuale e sincronistico, è basato proprio sui numeri naturali. L’Astrologia, analogamente, mette in relazione i numeri naturali con il cerchio, rappresentazione dell’archetipo del Sé che ordina tutte le altre manifestazioni archetipiche individuali. La von Franz, a proposito del ruolo del Sé nelle dinamiche dell’inconscio collettivo, scrive:
“Perciò possiamo proseguire nella nostra definizione e dire che l’inconscio collettivo è un campo di energia psichica, i cui punti eccitati sono gli archetipi, e che tale campo ha un aspetto ordinato, governato dai ritmi numerici del Sé, che, come vedrete, sono triadi e quaternità.”
Non paga di questa definizione l’Autrice prosegue affermando che tra gli archetipi vi è un rapporto di significato, “un campo in cui si possono porre o osservare rapporti significativi” che sono ordinati dal Sé il quale è un archetipo superiore che governa l’intero campo.
Dobbiamo ricordare che l’Oroscopo (o Tema natale) è composto da dodici segni, ordinati [nell’astrologia occidentale moderna, ndr] secondo la stagionalità: ciascun segno è una forma archetipica che può essere associata a diversi racconti mitologici e proprio a proposito del mito l’Autrice sottolinea:
“Se si conosce abbastanza la mitologia, si può tessere una rete coerente che collega fra loro tutti i grandi archetipi. C’è sempre una legge da una saga che lega fra loro due archetipi in modo nuovo ed è drammatico che i moderni interpreti dei miti non se ne rendano conto”.
Quando l’Autrice cita triadi e quaternità non possiamo non metterle in relazione con il cerchio zodiacale: ci sono i quattro elementi, le triplicità degli elementi, il raggruppamento di quattro segni in cardinali, fissi e mobili. Notiamo già una prima traccia di come si possa associare l’oroscopo/tema natale al Sé.
A tal proposito è importante ricordare la differenza che passa fra l’archetipo del numero e l’immagine archetipica, “se dico “l’archetipo del numero due” l’accento cade sull’ordinamento, mentre se dico “l’archetipo dell’immagine divina”, l’accento cade s’un’esperienza psicologica complessa, legata alla funzione del sentimento, e non particolarmente sul suo aspetto di ordine. Si potrebbe perciò affermare che i numeri sottolineino in maniera speciale in maniera speciale l’aspetto ordinato degli archetipi”
Andando avanti nella lettura della Von Franz scopriamo che
“Il numero ha perciò a che fare con il passare del tempo.”
Io credo che questa sia la relazione essenziale: se esaminiamo gli archetipi, o le rappresentazioni archetipiche in cui appaiono sequenze temporali troviamo in esse una certa legge, un certo ordine. Perciò:
“i numeri, quando si identificano con rappresentazioni mitologiche, sono quel che potremmo chiamare ‘numeri temporali’ nel senso che vengono a caratterizzare un certo istante nel tempo”
Mitologia, numero, Astrologia
Tornando ai racconti mitologici, ella sottolinea che c’è un ordine all’interno della struttura narrativa del mito, come evidenziato anche da Joseph Campbell: “questo significa che non ci sono solo motivi tipici, ma anche sequenze tipiche di eventi archetipici”.
Ad esempio la parola rac-contare ha in sé l’enumerare, l’ordinare: quindi il racconto mitologico pone ordine o offre una possibilità di ordinamento del tema natale e del racconto psichico. Quindi il racconto mitologico, i numeri interi sono le basi fondamentali per interpretare il mondo, il tema natale e leggere l’ordine celato dietro il Sé. Per Jung il numero è l’archetipo che lega il mondo materiale e la psiche.
Come evidenzia ancora la Von Franz:
“ci sono molte tecniche divinatorie che si servono di un mandala: le più note sono l’oroscopo natale e quello dei transiti astrologici”
La divinazione prendeva, in passato, la forma di un mandala che rappresentava, appunto l’unus mundus, il Sé.
In Astrologia abbiamo il cerchio zodiacale e il cerchio delle case al suo interno che mettono in evidenza la psiche (l’energia psichica di segni e pianeti), Archetipi – bisogni – e la materia (le case, i luoghi, il dove). E’ possibile costruire relazioni fra gli archetipi: i segni, i pianeti, i governatori delle case e anche in questo caso viene in soccorso la von Franz che ricorda:
“quando ci si serviva di mandala a fini divinatori, si trattava spesso di strutture costituite da un doppio mandala: cioè in generale, di due ruote sovrapposte: una rappresentava un aspetto della realtà ed era mantenuta fissa, mentre l’altra, che rappresentava un altro aspetto, veniva ruotata rispetto a quella fissa.”
Il discorso potrebbe proseguire con la spiegazione di come gli archetipi si possano mettere in relazione con i pianeti e a loro volta come i pianeti in aspetto fra loro siano nubi di probabilità, ovvero possibili manifestazioni caratteriali rappresentate in un tema natale, ma mi fermo qui, per ora, sempre alla ricerca di un Senso.
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