Ornato dalle possenti corna, simbolo atavico di fecondità, il Toro fa il suo ingresso nel pieno fulgore della primavera. Domicilio notturno di Venere ed esaltazione della Luna, che nel segno esprimono il potere della gestazione, al Toro spetta il compito di plasmare in forma concreta il seme che, all’inizio della stagione, è stato piantato dall’impetuosa energia fecondante dell’Ariete, canalizzando lo spirito entro la materia.
È questo il momento adatto per dare forma a tutte quelle idee, aspirazioni, progetti sorti nella fase precedente e costruire solide basi per gli sviluppi futuri.
Il Labirinto del Toro
Rappresentazione zoomorfa del secondo segno dello zodiaco, il toro è stato un animale a lungo venerato come suprema incarnazione di forza, fertilità e potenza. Presente sin dal Paleolitico nelle pitture rupestri, il toro – e, naturalmente, la vacca nella sua forma femminile – è stato oggetto di culto nell’antichità, come nell’isola di Creta in cui si svolge il racconto mitologico associato al segno.
Si narra che Minosse, re dell’isola, al fine di affermare la sua legittimità regale agli occhi dei sudditi, chiese al dio del mare Poseidone di inviargli un toro perché lo potesse sacrificare in suo onore. Il dio lo accontentò e un toro di inenarrabile bellezza comparve dal mare.
Tuttavia il re, peccando di avidità, nascose l’animale nella sua mandria e ne sacrificò un altro, credendo di poter ingannare un dio. Fu così che Poseidone, adirato, mise in atto una vendetta tanto originale quanto crudele. Aiutato dalla dea Afrodite, fece innamorare la moglie di Minosse, Pasifae, del toro che aveva inviato. Ella giacque con l’animale e rimase incinta del mostruoso Minotauro, il Re Toro (dal prefisso minos , “re” e tauros, “toro”).
Dal corpo umano e dalla testa di toro – e quindi dominato dagli istinti bestiali -, il mostro venne rinchiuso dal patrigno Minosse in un labirinto all’interno del palazzo di Cnosso, e periodicamente nutrito con i giovinetti inviati come tributo ogni anno dalla città rivale di Atene. Alla fine il Minotauro verrà ucciso da Teseo, unico ad avere il coraggio di percorrere gli oscuri meandri del labirinto, affrontare il mostro e porre fine all’orrore che soggiogava la sua città ormai da troppo tempo.
L’Impero dei sensi
Grazie all’influsso di Luna e Venere nella loro espressione più terrena, il Toro è forse il segno più legato alla sensualità, ovvero al desiderio e all’appagamento del piacere dei sensi: la bellezza della natura, la melodia del canto, i profumi inebrianti, i cibi succulenti, la conoscenza degli oggetti attraverso la pelle sono tutte esperienze che appartengono all’ambito di questo voluttuoso segno.
È anche il segno più legato alla vita e ai piaceri della vita e, di conseguenza, radicato è l’istinto di sopravvivenza e conservazione che lo può portare a possedere, accumulare, collezionare beni materiali per soddisfare la necessità di fare affidamento su sicurezze tangibili al fine di esorcizzare il fantasma del cambiamento improvviso, del deterioramento, della spoliazione, della perdita di punti di riferimento e di appoggio: tutta una serie di esperienze drammatiche che minano il senso di identità e che sono invece il “pane quotidiano” del segno opposto, lo Scorpione.
Se da un lato l‘amore per la concretezza, la stabilità e la pace, possono rendere i nativi del segno degli alleati affidabili, amici sinceri e fedeli con i quali godere dei piaceri della vita in tranquillità (poiché odiano la fretta) e con i quali difficilmente si può litigare (a meno di non abusare della loro proverbiale pazienza), dall’altro lato, l’eccessivo affidamento sui sensi può far sì che il Toro si irrigidisca in una visione materialista e scientista, allontanandosi da un’ottica più spirituale o “esoterica” del mondo, mentre la riluttanza all’innovazione e ai cambiamenti può sfociare in una condotta di ostinazione, rigidità, chiusura e miopia fino a rasentare, nel peggiore dei casi, l’ottusità, il bigottismo… e la pigrizia fisica e mentale.
In nome del Papa Re
Nei Tarocchi, il Toro è associato all‘arcano V dello Ierofante, o del Papa, a seconda dei diversi mazzi; l’Arcano riproduce la più alta carica nella gerarchia religiosa riconosciuta dalla Tradizione che rispecchia la gerarchia superiore dello spirito. Nel mazzo Rider Waite, la figura sacerdotale impartisce un segno che esprime la distinzione tra dottrina rivelata e occulta:
“Egli è la massima autorità della religione esteriore, così come la Sacerdotessa è il genio dominante del potere esoterico occulto.”,
ci informa lo stesso Waite in The Pictorial Key to the Tarot.
La funzione del Papa – e del Toro – è quella di riflettere la dimensione spirituale nel regno della materia. Le religioni hanno spesso esternato il loro potere nella fondazione di grandi e solide cattedrali, templi, chiese, monumenti, paramenti, oggetti sacri, reliquie, miracoli visibili come le statue che lacrimano: si pensi al sacramento eucaristico che inverano nel pane e nel vino il sacrificio del corpo e del sangue del Cristo.
Tutto questo corpus di aspetti e pratiche hanno contribuito a formare la Tradizione, la Via Maestra consolidata e sicura che funge da orientamento e che soddisfa le esigenze di sicurezza, solidità, concretezza a cui aspirano i nativi del Toro.
Il Toro rappresenterebbe dunque il Potere della Tradizione esercitato dalla figura di questo Papa Re, custode e guida per la collettività. Ad esso si contrappongono le diverse concezioni del potere che saranno oggetto di riflessione nell’esperienza degli altri segni fissi: il potere ereditario per diritto di nascita del Leone, il complotto nell’ombra dello Scorpione e, infine, la rivolta e la riforma del vecchio potere in Acquario.
L’uccisione del Minotauro
Nell’intricato labirinto dell’anima, il Toro ha imprigionato il Minotauro, una mostruosa rappresentazione del suo lato ombra, ovvero quel desiderio incontrollato di possedere beni materiali sui quali costruire la propria autostima e la propria sicurezza.
Come dice Oswald Wirth ne Il simbolismo astrologico, a proposito proprio del segno del Toro:
“La vita fisiologica non è tuttavia ciò che abbiamo di più prezioso, giacché l’animalità non è per l’uomo che il supporto di una vita più elevata.”
Così anche la lezione del Toro consiste nel guardare oltre alla materia, accogliere la novità, accettare i cambiamenti e le trasformazioni, considerare l’esistenza di un lato occulto dell’esistenza, vivere l’esperienza della perdita, allentare l’istinto di attaccamento. Come per ogni segno, per superare l’iniziazione sarà utile guardare al suo opposto (lo Scorpione, come già detto) e acquisire quelle capacità necessarie per la propria evoluzione.
Il Toro potrà quindi incarnare l’eroe Teseo – l’aspetto luminoso del segno -, acquisendo la capacità e il coraggio di guardare in profondità, scendendo nelle interiora del labirinto e uccidere il mostro per mettere fine a una condizione stagnante e putrida.
Così, come dice Wirth:
L’Iniziato deve uccidere in sé il Toro,
cioè morire alla grossolanità dei propri istinti e delle passioni.
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