Come sono solita ripetere, l’astrologia è prima di tutto osservazione del dato astronomico a cui viene solo in seguito affiancata una parte filosofica ed interpretativa che risente, in quanto frutto della cultura, del passare del tempo e del cambiamento della forma mentis.
Mi perdonerete quindi se, prima di parlare della natura e dell’interpretazione dei nodi lunari in chiave karmica ed evolutiva, farò una premessa un po’ complessa, ma che inquadra l’argomento dal punto di vista astronomico (potete nel caso saltare la parte didattica e concentravi solo su quella interpretativa).
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Cosa sono i nodi lunari?
Una delle prime cose da mettere in evidenza, e che forse sorprenderà alcuni, è che non esistono solo i nodi lunari, ma che ogni pianeta presenta un nodo nord e un nodo sud.
In termini molto semplici, i nodi lunari sono la manifestazione dell’interazione tra Sole, Terra e Luna: non si tratta di corpi celesti fisici, ma di punti calcolati e derivano dell’intersezione del piano dell’eclittica (il percorso annuale del Sole nei 12 segni zodiacali) con il piano orbitale della Luna. Proprio come accade per l’ascendente e per gli altri angoli del Cielo, non abbiamo quindi a che fare con corpi fisici, bensì con dei punti dello spazio proiettati sull’eclittica.
Il piano orbitale della Luna è inclinato, rispetto all’eclittica, di circa 5 gradi e questo significa che la Luna, compiendo il suo percorso attorno alla Terra in un mese circa, interseca il piano dell’eclittica due volte: una volta lo farà spostandosi in direzione nord, ascendendo quindi da sotto a sopra (nodo nord o ascendente) e una volta lo farà discendendo verso sud (nodo sud discendente). Questi due punti, posizionati sempre in segni opposti, formano un asse chiamato “asse dei nodi”.
Mese dopo mese, lunazione dopo lunazione, questi punti di intersezione si spostano sempre un po’ più indietro sull’eclittica e quindi in moto retrogrado: questa direzione, secondo Alexander Ruperti, è uno dei simboli più forti del “rimando” alle origini. Dato il moto retrogrado è come se i nodi fossero l’indicazione di un riavvolgimento del nastro per poter riesaminare questioni del passato e scegliere un movimento verso il futuro. Queste sono tutte indicazioni astronomiche utili a comprendere che i nodi si trovano nel punto d’incontro tra il percorso del Sole, simbolo della coscienza e del Sè/Spirito, e quello della Luna, il luminare connesso alla vita interiore e a Psychè.
La velocità con cui abbiamo questo spostamento è di tre minuti al giorno mentre saranno necessari 18 anni e mezzo circa per compiere un intero giro dei 360 gradi dell’eclittica veder tornare l’asse al punto di partenza (ritorno nodale).
Avremo quindi delle età particolarmente importanti dal punto di vista karmico ed evolutivo e sono i 19 anni, i 38, i 57, i 76 e i 95 che rappresenteranno il ritorno sui propri nodi di nascita mentre a 9, 28, 47, 66 avremo i nodi lunari invertiti rispetto ai nodi di nascita (cioè il nodo nord di transito sarà congiunto al nodo sud di nascita).
Nodi lunari, eclissi, solstizi
Una cosa importante da considerare è che i nodi lunari sono implicati nella formazione delle eclissi (solare e lunare). Una trattazione estesa del tema delle eclissi allungherebbe troppo questo articolo, quindi mi riservo di scriverne in futuro. Per il nostro obiettivo, che è quello di comprendere la natura dei nodi lunari, è sufficiente ricordare che le eclissi avvengono solo quando Sole e Luna si trovano in novilunio o plenilunio allineati su questi punti di intersezione:
- se la congiunzione con uno dei nodi avviene nel momento del novilunio avremo un oscuramento del Sole e la formazione di una eclisse solare;
- Se Sole e Luna si trovano rispettivamente congiunti ai nodi sono in opposizione e quindi in fase di plenilunio. In questo momento i piani orbitali del Sole e quello della Luna sono azzerati e l’ombra della Terra verrà proiettata sulla Luna formando una eclisse lunare.
Secondo l’astrologa Melanie Reinhart i nodi lunari presentano un interessante parallelismo con i punti equinoziali: il grado zero dell’Ariete (punto gamma vernale, inizio della Primavera nel nostro emisfero) e il grado zero della Bilancia (punto omega, inizio dell’Autunno nel nostro emisfero). E proprio come i punti equinoziali sono i punti che il Sole, nel suo percorso lungo l’eclittica, attraversa incrociando l’equatore celeste, allo stesso modo i nodi lunari sono i punti in cui la Luna attraversa il piano dell’eclittica. Ed in entrambi i casi abbiamo a che fare con dei punti “mediani” dove possiamo vedere il bilanciamento e l’integrazione in azione.
Per quanto riguarda come trovare questi punti, è sufficiente aprire le effemeridi dove sarà riportato il nodo nord medio e il nodo nord vero da cui si potrà desumere il posizionamento del nodo sud.
La presenza di due diversi valori non ci deve confondere e posso già dirvi che la maggior parte degli astrologi prende in considerazione il nodo lunare medio. La discrepanza (piccolissima) tra questi valori è data dai due diversi calcoli nella loro determinazione che considera la velocità media o vera della Luna attorno alla Terra. E sebbene lo scarto tra i due calcoli sia piccolissimo, questi due diversi calcoli ci porteranno ad avere un moto diverso (i nodi lunari medi sono sempre in movimento retrogrado a differenza dei nodi veri che possono essere diretti per alcune ore) e diverse date di ingresso nei segni: i nodi lunari medi sono appunto calcolati sulla media della velocità della Luna mentre i nodi lunari veri sono calcolati (anche se in realtà, a causa della complessità dei calcoli e del movimento lunare, la loro localizzazione non è così precisa) sull’effettivo movimento della Luna in relazione alla Terra e al Sole tenendo conto quindi di una oscillazione nella velocità del luminare della notte.
L’interpretazione del Nodo Nord e del Nodo Sud
Sebbene ci sia traccia della trattazione dei nodi anche negli scritti di alcuni autori della tradizione astrologica occidentale (Bonatti, Antioco d’Atene, Doroteo, Retorio, William Lilly per dirne alcuni), in realtà la loro interpretazione astrologica ha visto maggior sviluppo in seno alla tradizione indiana dove Rahu (il nodo nord) e Ketu (il nodo sud) sono dei veri e propri “pianeti ombra” (Chayya Grahas) che, come scrive Komilla Sutton:
“rappresentano una polarità la cui finalità è quella di scuotere le nostre vite per far emergere il potenziale nascosto e la saggezza immagazzinata nelle vite precedenti. In accordo con la loro natura d’ombra, essi agiscono sia a livello psicologico che nel mondo materiale e spirituale.”
Come spiegato in precedenza, è vicino ai nodi lunari, nel momento del novilunio e del plenilunio, che vediamo il formarsi delle eclissi solari e lunari. Questi fenomeni, osservati fin dall’antichità, sono poi diventati parte della mitologia delle varie culture che hanno narrato le periodiche sparizioni del Sole e della Luna come effetto nefasto dell’intervento di entità celesti disturbanti (serpenti e lupi in particolare) che costantemente inseguono e cercano di mangiare i due luminari. Ed ecco quindi che il nodo nord e il nodo sud sono diventati la testa e la coda del drago o anche le due parti del corpo decapitato di un demone che aveva potuto, prima della decapitazione, bere il nettare dell’immortalità condannandolo a vivere sia nella testa (Rahu) che nel corpo (Ketu).
Simbolo di Rahu e Ketu è Naga, il serpente, un simbolo di trasformazione (attraverso il veleno) e conoscenza.
Questa decapitazione ha un significato molto profondo sulla tensione che si viene a creare tra questi due elementi che, costantemente, cercano di riunirsi e reintegrarsi. In ogni caso si tratta, nella trattazione vedica, di due grahas (pianeti) dalla natura opposta e malefica.
In particolare la tradizione indiana ci insegna che Rahu, la testa del serpente, è anche il punto in cui non siamo mai sazi, dove il desiderio è spinto al massimo e la tendenza è al consumo fine a se stesso, quindi senza gustare e poter “digerire” niente.
Ketu, essendo solo corpo senza testa, non ha quindi niente che lo nutra e vive in uno stato di rinuncia forzata ai piaceri che deriverebbero dalla realizzazione del desiderio. Con Rahu abbiamo quindi la predazione senza sosta mentre con Ketu abbiamo la rinuncia senza sosta: è dall’integrazione di questi elementi, portandoli dalla dimensione inconscia a quella conscia, che il desiderio di Rahu potrà diventare volontà ferrea e la rinuncia di Ketu diventare sacrificio che sublima.
È molto importante riflettere su quello che a livello profondo questi due punti rappresentano resistendo alla tentazione di vederli solo come elementi positivi o negativi: abbiamo a che fare con una polarità che mira ad integrare gli opposti che non siamo (forse) riusciti ad integrare in qualche vita precedente. Non si tratta necessariamente di eccessi, come vedremo tra poco, ma di una sorta di progetto di viaggio.
Il nodo nord e il nodo sud sono indubbiamente luoghi del Cielo potenti e capaci di mettere temporaneamente in discussione il dominio della luce/chiarezza a favore dell’emersione (sarebbe meglio fosse un’emersione gestita) di ciò che è contenuto nell’ombra collettiva e personale. Trattandosi di punti e pianeti “ombra”, a meno che non siano congiunti a pianeti o angoli del Cielo, la loro influenza non sarà inizialmente vissuta in termini di eventi, ma come “atmosfera” che spingerà o strattonerà, in determinati momenti della nostra vita, in una direzione o in un’altra.
È da queste considerazioni che derivano la maggior parte delle interpretazioni dei nodi in voga che li collega, proprio per Ia loro caratteristica di “riavvolgimento del nastro”, al passato, alle cause potenziali come seme del futuro.
Il nodo nord, anche nel nostro tema di nascita, rappresenta il futuro o meglio esso è il punto a partire dal quale possiamo vedere una emersione “dal sotto al sopra”: questo è simbolicamente connesso allo sforzo richiesto di portare allo scoperto qualcosa di potenziale e desiderato o di dirigerlo; karmicamente indica la sfida che siamo chiamati ad abbracciare per individuarci completamente. Secondo gli insegnamenti indiani, il nodo nord è anche uno dei maestri di illusione che crea una massa di desideri che potrà essere sbrogliata solo osservando le cause che l’ha prodotta. Il nodo nord assomiglia quindi ad una sorta di chiamata, un progetto o meglio una attrazione (per larga parte inconscia) a realizzare/fare/agire sulla base di quello che abbiamo immagazzinato, sviluppato, padroneggiato o anche abusato nelle vite precedenti.
Queste risorse e ricordi del passato sono tutti contenuti nel nodo sud della Luna, deposito di memorie, automatismi, ricordi, ed è chiaro che queste vecchie tendenze possono essere ottime e/o pessime e non è detto che non possano trasformarsi in talenti da far fruttare maggiormente nella vita presente. Ed è per questo che alcuni autori della tradizione astrologica indiana descrivono Rahu e Ketu come una fonte di conoscenza e liberazione. Ma è chiaro che questo presuppone il dover fare i conti con i demoni del passato e con se stessi. Gli indiani sono molto chiari in questo: con Rahu e Ketu abbiamo a che fare con il serpente del tempo, con i suoi veleni e con il deposito di memorie, anche di specie, che tentando di bypassare il libero arbitrio ha l’unico scopo di sopravvivere. La sfida è portare consapevolezza nel processo e resistere alla tentazione di predare o arrendersi.
Il nodo nord rappresenta il futuro, quindi qualcosa che ancora non c’è e verso cui lo sforzo si direziona, mentre il nodo sud rappresenta il passato.
Tutto ciò, come potete ben capire, è molto lontano dalla visione giudicante e colpevolizzante che alcuni hanno in occidente. E quindi lasciatemelo scrivere senza troppi giri di parole: il nodo sud non rappresenta la “colpa” karmica, non è necessariamente un passato oscuro da “pagare”, nefasto al limite del criminale (visione che, come ho potuto apprendere da alcune confidenze su fanta-interpretazioni ricevute da clienti, è piuttosto in voga presso alcuni “professionisti”), non è il mea-culpa da espiare e nemmeno è la spada di Damocle che pende sulla nostra testa. Il nodo sud è interpretabile, senza giudizio, come quel qualcosa che abbiamo fatto talmente tanto spesso e tanto a lungo nelle vite precedenti da essere diventata “abitudine”. Che sia una abitudine alla preghiera, alla contemplazione, alla virtù o al vizio, quello è tutto da scoprire.
Si tratta della linea di minor tensione, è dove preferiamo tornare quando la sfida, rappresentata dal nodo nord, diventa troppo faticosa. E d’altronde abbiamo a che fare con un asse zodiacale, ovvero con la stimolazione di due segni opposti che per loro natura condividono un tema comune a cui arrivano in maniera diversa e che implicano una tensione evolutiva.
Il nodo nord e il nodo sud sono entrambi indicazione sia del meglio che del peggio di noi che attende di venir portato allo scoperto, affrontato e vissuto coscientemente. Ed ecco che il nodo nord sarà indicazione dell’urgenza realizzativa che si manifesterà, se in contatto con altri pianeti personali, anche con una sotterranea ossessione e fissazione sui temi collegati al segno e alla casa in cui si trova mentre il nodo sud sarà indicazione della tendenza a lasciare che le cose vadano come devono andare trovando rifugio nei principi rappresentati dal segno e dalla casa occupati.
Questi punti di incontro possono essere visti anche come stazioni o stanze oscure in cui il Sè, deposito delle memorie antiche, istruisce ed imprime sull’Anima la direzione del destino affinché, attraverso la consapevolezza, possa esserci crescita ed evoluzione.
Il karma, in questo senso, rappresenterà la base da cui partire per operare delle scelte via via più consapevoli allo scopo di recuperare la luce della conoscenza e portarla stabilmente dentro di sé.
Irene Zanier© copyright
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