Il Cielo stellato, con le sue luci che si stagliano sul manto scuro della notte, ha sempre creato un certo fascino evocativo nell’essere umano.
Le stelle, usate prima per orientarsi negli spostamenti e poi per orientare la propria vita, sono state dotate di senso e significato orientatore. L’essere umano ha sempre cercato un collegamento tra ciò che è sopra (in Cielo) e ciò che avviene sulla Terra (sotto).
In che modo i pianeti e le stelle trovano spazio nell’esperienza terrestre?
I pianeti, in orbita attorno al centro del sistema solare che ci ospita (il Sole), creano continuamente relazioni angolari e allineamenti tra loro e con la Terra. Ma si tratta comunque di qualcosa di enorme, macro, che pone come punto di osservazione il Sole (sistema eliocentrico, quello astronomico).
La nostra esperienza è però quella terrestre: noi siamo sulla Terra ed è dalla Terra che noi osserviamo il Cielo. È sempre sulla Terra che noi viviamo le nostre vite (sistema geocentrico, quello astrologico). Questo elemento, apparentemente palese, è una delle fonti più grosse di fraintendimento con chi vede nell’astrologia una materia superstiziosa perché pone il nostro pianeta al centro del sistema solare. Questa centralità terrestre in realtà non nega la realtà fisica: il Sole è sì il centro del sistema solare, ma per noi non è il centro d’esperienza.
Il che significa, detto in termini simbolici, che il Sole è il centro da cui deriva la Vita, simbolo quindi del Sè e di ciò che siamo chiamati a diventare anche se non è, almeno inizialmente, il centro dell’esperienza: l’Io (o ego). Il Sole è infatti ciò che noi siamo chiamati a diventare dando vita a quello che è definito progetto solare.
Astrologicamente il rapporto tra Sole, pianeti, stelle e pianeta Terra può prendere forma nella vita di ognuno solo localizzando l’esperienza sulla superficie terrestre. Questo comporta che due persone nate nello stesso momento ma in punti diversi della Terra “vedranno” un Cielo diverso sopra di loro e lo stesso per due persone nate nella stessa città, magari anche nello stesso giorno, ma in ore diverse.
L’esperienza percettiva uguale (quindi la creazione dello stesso tema natale) può avvenire solo localizzando l’esperienza astrale-stellare per lo stesso luogo e la stessa ora.
Ora e luogo diventano elementi importantissimi per determinare un punto importante del tema natale, ovvero l’ascendente, perché saranno il tramite tra ciò che accade in Cielo e quello che si sviluppa sulla Terra.
Ascendente, Sole e Luna e le maschere
L’ascendente definisce, assieme al Sole e alla Luna, i “luoghi della vita” della carta ed è il segno zodiacale che sorge all’orizzonte (quindi nel punto in cui Cielo e terra si incontrano) nel preciso momento e luogo della nascita.
Approfitto di questo articolo anche per sfatare un mito che crea non poca confusione.
Anche se l’ascendente viene definito “maschera”, “come gli altri ti vedono”, esso non è qualcosa che non ci riguarda.
Sebbene sia qualcosa di più superficiale rispetto al Sole e alla Luna esso è a tutti gli effetti parte di ciò che definiamo “identità”.
Esso non è alieno all’esperienza dell’identità allo stesso modo in cui il fatto di rivestire il ruolo di “figlia”, “moglie”, “marito” non intaccano quello più unitario di “io”.
Ritenere che il termine “maschera” indichi qualcosa di lontano dall’essenza è errato.
Non è qualcosa di fittizio, di lontano dal nostro centro: esso è semplicemente la porta d’ingresso dell’incarnazione, archetipo dell’inizio, e permette all’essenza di iniziare la sua manifestazione. Esso è il primo ruolo assunto all’interno del sistema famiglia e come tutte le “prima volta” è qualcosa che sarà incisivo. Mentre il Sole, molto sinteticamente, contiene l’intento dell’Anima che si incarna e la Luna indica il corpo di quella manifestazione, l’ascendente, in termini molto profondi, dà la motivazione base che guida l’anima.
Ma procediamo con ordine.
Ascendente come Oroscopo
Il termine “oroscopo”, che tutti siamo ormai abituati a considerare solo in riferimento alle previsioni generali che leggiamo on line o nelle riviste, è il termine tecnico che in origine indicava l’ascendente.
Deriva dal termine latino hōroscopus, a sua volta proveniente dal greco ὡροσκόπος hōroskópos, composto di ὥρα (hṓra), durata di tempo, e σκοπέω (skopéō), osservare. Quindi l’etimologia di oroscopo è “osservare l’ora”. Anche se ormai ci sembrano sinonimi, “guardare” ed “osservare” sono due termini distinti: il secondo ci parla della qualità (quindi dell’intento) collegato ad una determinata azione.
Nel momento in cui noi portiamo la nostra attenzione verso qualcosa, verso un evento o accadimento, lo facciamo perché attirati da quell’evento o perché vogliamo che quell’evento abbia una qualità diversa.
Il concetto di tempo, nella mentalità greca in cui gran parte dell’astrologia ha visto il maggior sviluppo, veniva espresso da due termini:
- chronos, ovvero il tempo che passa;
- kairos, è il tempo in mezzo, quando “qualcosa” accade
È la nostra natura di esseri pensanti e richiedenti che ci porta a distinguere queste due entità di tempo, ed è su questa capacità umana di attribuzione di significato che si gioca la nostra partita.
L’ascendente: una definizione
Dopo questa lunga e doverosa premessa arriviamo al punto.
Quando un/a astrologo/a ci parla del nostro ascendente, a cosa si riferisce?
Esso è il segno zodiacale che sorge all’orizzonte (est) nel momento della nascita. Come specificato, è collegato sia all’ora che al luogo di nascita o di un evento perché, come scrive Dane Rudhyar:
“la nostra carta del cielo è la proiezione bi- dimensionale dell’intero universo in rapporto ad un particolare organismo che ha iniziato la sua esistenza individuale in un momento particolare del tempo e in una località particolare della Terra.”.
Astronomicamente, in virtù della rotazione della Terra su se stessa, (24 ore per un giro completo) la fascia zodiacale sembra ruotare attorno a noi e ogni due ore circa un nuovo segno zodiacale dell’eclittica sorge ad est sulla linea dell’orizzonte, definendo la nostra alba e il nostro tramonto (Discendente). Ogni quattro minuti circa avremo lo slittamento dell’ascendente di un grado. Ed ecco spiegato perché è necessario sapere in maniera quanto più precisa possibile l’orario della propria nascita.
Con l’ascendente ha inizio la suddivisione in case astrologiche che possono essere di ampiezza diversa a seconda del sistema di domificazione utilizzato. L’ascendente, come cuspide, definisce la linea dell’orizzonte e il segno in cui cade aprirà la prima casa.
Secondo l’astrologica ellenistica questa casa viene denominata la casa del Respiro, dello Spirito, della Vita, Timone. Il termine “timone” è quanto di più azzeccato, come immagine, per descrivere l’importanza dell’ascendente: è il timone, infatti, che permette la navigazione verso il progetto del Sole.
Capite, quindi, perché non stiamo parlando di un punto di secondaria importanza?
Il pianeta che governa il segno dell’ascendente (e che si dice “dispone l’Ascendente”) è un pianeta importantissimo per la persona e la sua condizione nella carta del Cielo ci darà indicazioni importanti. Esso viene definito “governatore della carta”. Ad esempio per una persona nata con l’ascendente Gemelli il governatore della carta sarà Mercurio e andremo a vedere “come sta” Mercurio: in quale segno si trova, quali aspetti forma, in che casa soggiorna e così via.
Qual è il momento della nascita?
La questione è dibattuta.
Stiamo parlando del taglio del cordone ombelicale? Dell’uscita della testa? È il primo suono/grido? È il primo respiro?
La Tradizione ellenistica ci toglie il primo dubbio: come anticipato, essa ci indica che la prima casa è chiamata la casa del “Respiro, Spirito, Vita, Timone”. È evidente quindi che le cose si complicano: come possiamo definire il momento esatto del primo respiro? Perché se è vero che siamo tutti nati, non è poi così certo l’esatto momento del primo respiro. In questo è contenuto un grande segreto perché ad ogni grado dell’ascendente possiamo attribuire diverse immagini e diverse reggenze. La localizzazione esatta dell’ascendente è una esigenza che diventa più impellente nel momento in cui abbiamo a che fare con le tecniche previsionali dell’astrologia, come ad esempio i transiti e le progressione, perché con l’ingresso dei pianeti nelle case, nel momento in cui solcano la soglia delle cuspidi, potremo avere diversi effetti. Ma per quanto riguarda invece l’interpretazione del tema natale possiamo accontentarci anche di altri elementi della nascita (come il taglio del cordone ombelicale) e di ciò che è riportato in anagrafe.
Per una compilazione esatta del tema natale è necessario avere a disposizione l’ora di nascita quanto più precisa possibile: generalmente noi astrologi, tra le varie testimonianze, preferiamo quella che dovrebbe essere più accurata, ovvero quella registrata all’anagrafe.
Generalmente l’orario è sì approssimativo, ma non sarà mai basato sul ricordo dei presenti al momento del parto: potrà darci delle indicazioni di massima e potremo, volendo ed avendone necessità, partire da questo dato indicativo per una correzione dell’orario di nascita (rettifica) allo scopo di allineare l’ascendente all’orario astrologico di nascita, quello del respiro, coerente con gli eventi della vita.
L’interpretazione dell’ascendente
“L’ascendente (…) è l’elemento più sfuggente e difficile da capire, ma proprio perché è il più fugace ed individuale, esso è il PUNTO di manifestazione dello Spirito Universale. (…) Il segno zodiacale dell’ascendente ci aiuta a scoprire e a studiare le caratteristiche della persona, particolarmente la struttura del suo volto e l’espressione del suo viso.”
(Dane Rudhyar)
Nei manuali di astrologia l’ascendente viene definito come “l’aspetto, l’apparenza, il modo in cui veniamo visti dagli altri”.
Abbiamo visto però che si tratta di una definizione frettolosa che non rende giustizia alla complessità e ricchezza di questo punto. Trattandosi, come anticipato, del punto che indica il tempo e spazio della nascita, possiamo metaforicamente anche considerarlo l’ingresso sul palcoscenico della vita.
L’astrologo Michael Meyer afferma che con il tema natale sotto mano è possibile, per chi lo sappia fare, evocare il nostro “nome celeste”. E di evocazione in effetti si tratta pensando che il tema natale è a tutti gli effetti un cerchio e che il punto di osservazione della carta è proprio al nel centro con il Medio Cielo posto di fronte a noi, l’ascendente sulla sinistra e il discendente sulla destra (ma questo è un discorso che mi porterebbe troppo lontano per un articolo introduttivo).
Il tema natale, come spiegato in maniera esaustiva nell’articolo “Cos’è il tema natale: un lavoro nel profondo”, è l’immagine archetipica complessiva del potenziale e l’ascendente rappresenta il punto da cui partire per “manifestarlo”.
Da una prospettiva junghiana stiamo parlando dell’inizio del viaggio di individuazione, ovvero quel processo, che durerà tutta la vita, che conduce ogni persona ad armonizzare le varie parti di sé.
Questa definizione ci dà una indicazione della relazione esistente tra Ascendente, la parte della nostra personalità che metteremo più facilmente in scena (maschera) e il Sole, il nucleo più profondo e spesso nascosto che siamo chiamati a scoprire e manifestare.
Il processo di individuazione, di cui si sente spesso parlare, è la spinta umana a distinguersi dal proprio ambiente, a differenziarsi dal pleroma lunare, ovvero la matrice dalla quale tutto emerge.
Mentre il principio fondamentale dell’indifferenziato (inconscio o Sè) è l’inclusione senza distinzione, il momento della nascita indica il primo fondamentale momento di prima separazione che darà il via a distinzioni sempre più complesse. Carl Gustav Jung, nella sua prima esposizione ufficiale del principio di individuazione, introduce il concetto di Persona come “segmento della psiche collettiva”, il primo tentativo di differenziazione attraverso l’illusione della distinzione attraverso l’imitazione di alcune qualità che si sono distaccate dall’indifferenziato.
Inconsapevoli e inermi, quale sarà la parte che inizieremo a recitare?
Il copione iniziale sarà quello che ci viene donato dalle aspettative che riceviamo dal nostro ambiente (la mamma, il papà, la famiglia nel suo complesso) e a cui cercheremo di adattarci per farci accettare. Si tratta, come ho scritto poc’anzi, di un’imitazione, ovvero dell’utilizzo di alcune caratteristiche che si possiedono a discapito di altre più “individuali”.
Bisogna tener conto che il momento della nascita ha dei tratti anche traumatici come anche la tecnica del Rebirthing insegna: veniamo al mondo in un luogo alieno e un po’ alla volta, mentre cresciamo, cominciamo a raccogliere indizi ed indicazioni; un po’ alla volta inizieremo a comportarci e a vederci seguendo le indicazioni che ci arrivano silenziose dalle aspettative altrui. Questo, come anticipato, non significa che “reciteremo” parti estranee della nostra personalità, bensì che tra tutte le caratteristiche che possediamo, selezioneremo quelle più funzionali al nucleo famiglia e, più tardi, alla collettività. È la parte della nostra personalità nascente che mostriamo.
L’elemento dell’ascendente
Ognuno dei 12 segni zodiacali può essere visto come una rappresentazione dei bisogni psicologici che sono comuni a tutti gli esseri umani. Ad esempio, l’ascendente Gemelli avrà necessità di comunicare e gli altri rappresenteranno il contatto necessario per raggiungere questo obiettivo.
Ad un livello più profondo l’elemento dell’ascendente ci parlerà della motivazione che spinge l’anima all’azione.
Avremo così:
- ascendente elemento Fuoco (Ariete/Leone/Sagittario): l’obiettivo è la libertà di azione;
- ascendente elemento Aria (Gemelli/Bilancia/Acquario): l’obiettivo è l’esplorazione e l’espressione delle proprie idee senza limitazioni esterne;
- ascendente elemento Terra (Toro/Vergine/Capricorno): l’obiettivo è raggiungere la sicurezza materiale che sostenga la propria esistenza;
- ascendente elemento Acqua (Cancro/Scorpione/Pesci): l’obiettivo è Stabilire relazioni su una base emotiva ed intima.
Irene Zanier© copyright
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