Una delle domande più gettonate, soprattutto quando si vuole indagare come mettere a frutto i propri talenti e le proprie risorse in ambito professionale per una vita piena e soddisfacente, è se sia possibile vedere il lavoro ideale analizzando quello che è contenuto, in potenza, nel tema natale.
La risposta è che sì, questo è possibile, come è possibile trovare traccia di qualsiasi ambito si desideri indagare: il tema natale, come ho già scritto in precedenza, è infatti una mappa completa che può dare indicazioni su qualsiasi aspetto della personalità del portatore.
Il lavoro ideale: una strada per la realizzazione
“Cosa farò da grande?”
Con questa domanda tutti noi, da bambini, abbiamo iniziato a guardare verso il futuro e a fare delle scelte che ci avvicinassero alla realizzazione del nostro sogno: poter fare il lavoro per il quale siamo tagliati.
È però necessario metterci d’accordo su cosa intendiamo sia per “lavoro” che per “ideale” dato che non sempre l’aspettativa che abbiamo su di noi e su come dovremmo essere (ma agli occhi di chi?) corrisponde a quello che siamo potenzialmente: la nostra, ad esempio, è una cultura molto incentrata sui concetti di performance e di notorietà e si tende frettolosamente a collegare realizzazione e successo a parametri socialmente indotti trovandosi poi (spessissimo, come mi capita di ascoltare in sede di consulenza) a recitare ruoli professionali per i quali non c’è alcun trasporto, nessun entusiasmo, nessuna… Anima.
Lavori che magari saranno remunerativi in termini di denaro e reputazione, ma che sul piano del nutrimento dell’anima, che guarda all’espressione del mandato del daimon, potranno magari risultare sterilizzanti e quindi insoddisfacenti. Attenzione: questo non significa che puntare a lavori per ottenere denaro e prestigio sia sbagliato o fuorviante. Non possiamo saperlo a priori e non è detto che la vocazione non sia proprio ottenere quel tipo di realizzazione. Ma sarà insoddisfacente se il bisogno dell’anima spinge in altre direzioni.
Se per lavoro ideale cominciamo a pensare a quella occupazione continuativa e remunerativa che ci piace fare, che troviamo facile svolgere perché è come se fossimo nati per fare quello e che, allo stesso tempo, ci riempie di gioia e vitalità, ecco allora che ci avviciniamo al concetto di vocazione e della sua espressione attraverso la scelta della professione.
Sarà quindi ideale quella professione (o anche più di una, come generalmente accade nella vita) che ci darà la possibilità di realizzare al massimo il nostro potenziale di talenti, di trarne risorse (sia finanziarie che emotive) e di dare il nostro contributo al collettivo (il mondo).
E sì, tutto questo può essere letto nel tema natale.
Cosa guarderò nel mio tema natale?
Sebbene l’analisi di un tema sia sempre personale, e non possa essere fatta dando risposte meccaniche e standard, ci sono alcuni trucchi per individuare la strada lavorativa che può dare maggior soddisfazione.
Il tema natale potrà quindi essere analizzato prendendo in considerazione alcuni elementi che, una volta interpretati (e quindi analizzati assieme, nella complessità di tutta la carta) ci forniranno alcuni indizi chiave, indizi che (è necessario specificarlo) potranno trovare manifestazione anche in diverse professioni che abbiano però lo stesso filo conduttore. Ed ecco quindi che, lo delineo a grandi linee, andremo a guardare:
- L’elemento più forte;
- La modalità più enfatizzata;
- Le case più occupate (specie se contengono i dispositori dei settori collegati al lavoro: seconda, sesta e decima);
- La predominanza di pianeti in case angolari, succedenti o cadenti;
- Le risorse della persona (Seconda Casa)
- La capacità di assumersi responsabilità e di portare avanti gli impegni (Sesta Casa);
- In che modo si vuole essere visti e per cosa si vuole essere considerati (Decima Casa)
Una trattazione approfondita avrebbe, chiaramente, bisogno di maggior spazio e parole oltre che di una analisi approfondita (che puoi richiedermi, ad esempio, scrivendomi), ma penso che, per le persone curiose e per chi sta iniziando i propri studi astrologici, possa essere utile offrire qui alcune chiavi di lettura.
L’elemento più forte
Per l’individuazione dell’elemento (o degli elementi) dominante/i, sarà sufficiente osservare e contare pianeti e ascendete e vedere dove cade la maggioranza di essi. Chiaramente nel caso di grossa enfasi su uno o due elementi potrà capitare che un elemento sia completamente assente: in questo caso questa lacuna rappresenterà l’assenza della caratteristica associata e potrà essere letta come una sfida evolutiva e una strada di crescita.
Predominanza dell’ELEMENTO FUOCO (Ariete, Leone, Sagittario)
Frase chiave: “Io mi butto”.
È l’elemento orientato al futuro, all’espansione e quindi al rischio e all’impresa. Caratterizza i visionari, i motivatori, chi “crea” ciò che ancora non c’è e ha bisogno di fare sulla base dell’intuizione.
Predominanza dell’ELEMENTO TERRA (Toro, Vergine, Capricorno)
Frase chiave: “Io consolido”.
È l’elemento realizzatore ed esecutore che metterà alla prova le visioni trasformandole in progetti. La propensione di queste persone è verso la logica e il radicamento; la predominanza di Terra caratterizza i pianificatori, i problem-solver, gli esecutori, i critici.
Predominanza dell’ELEMENTO ARIA (Gemelli, Bilancia, Acquario)
Frase chiave: “Io collego”.
La spinta di questa tipologia di persone è la creazione di relazioni e l’ampliamento della comunicazione. La predominanza di questo elemento razionale pone un’enfasi sulla capacità di mettere insieme attraverso lo scambio e la partecipazione. Caratterizza gli armonizzatori, i facilitatori, i comunicatori, chi trova un modo per far crescere i talenti.
Predominanza dell’ELEMENTO ACQUA (Cancro, Scorpione, Pesci)
Frase chiave: “Io sviluppo”.
È l’elemento emotivo per eccellenza: predilige lo sviluppo di emozioni e sentimenti e pone in primo piano sensibilità e capacità di supporto. Fa da contraltare alla razionalità dell’Aria inserendo la dimensione del cuore. Caratterizza chi sa prendersi cura, accogliere, accompagnare, chi sa ascoltare e in generale chi sa “stare”.
La modalità più forte
Anche qui andremo a contare i pianeti dando priorità alla modalità più accentuata.
Predominanza CARDINALE (Ariete, Cancro, Bilancia, Capricorno)
È qui importante dare inizio alle cose, agire, essere in totale indipendenza nell’iniziativa e la maggioranza di pianeti qui favorisce professioni che necessitino o incoraggino questi aspetti.
Predominanza FISSA (Toro, Leone, Scorpione, Acquario)
È importante il raggiungimento e il consolidamento dei risultati attraverso il controllo e la resistenza e favorisce professioni orientate in questo senso.
Predominanza MOBILE (Gemelli, Vergine, Sagittario, Pesci)
È importante il cambiamento e il poter modificare velocemente idea e progettualità. Favorisce quindi occupazioni in cui la persona non abbia bisogno di un ambiente routinario (fisso) o di comandare (cardinale), ma che possa flessibilmente passare attraverso diverse attività.
La seconda casa
È il settore a fondamento della spinta vocazionale. È connessa alla sopravvivenza attraverso la scoperta, l’utilizzo e la gestione, da parte della persona, di risorse, valori, talenti che accresceranno l’autostima e la sicurezza in se stessi. Si trova idealmente in trigono all’angolo del Medio Cielo (Decima Casa) e quindi porta in evidenza quali sono le risorse, disponibili o da sviluppare, necessarie alla realizzazione.
Come per l’analisi di ogni Casa, andremo a vedere prima di tutto qual è il segno/elemento in cui cade la cuspide (l’inizio della Casa), dove si trova il suo dispositore (il pianeta che governa quel segno), se e quanti pianeti troviamo al suo interno e che rapporti hanno tra loro.
La sesta casa
È il settore del Cielo che parla della quotidianità, degli impegni e della capacità della persona di assumersi la responsabilità di qualcosa (il lavoro, ad esempio) giorno dopo giorno. È anche collegata all’ambiente lavorativo e a come al persona ha bisogno di vivere la sua routine. È un settore di dedizione, di assorbimento e di servizio attraverso il mantenimento di una condotta (il “duro lavoro”). È, volendo usare una metafora, il boccone amaro da mandar giù, ovvero la parte noiosa che ogni lavoro comporta oppure, detto in altro modo, la metodicità e resistenza necessarie per raggiungere gli obiettivi.
La decima casa
È il settore del Cielo più famoso, che tutti vorrebbero veder enfatizzato perchè è stato erroneamente associato al successo laddove la Decima ci parlerà, al massimo, della notorietà; è solo nella nostra cultura che la notorietà è collegata al successo, ma come scrive anche Giorgio Nardone, per essere famosi è sufficiente far fuori i vicini di casa (e penso che sia chiaro che una notorietà di questo tipo non è un successo desiderabile). La Decima Casa risponde semmai alla domanda: “Quale considerazione/status voglio raggiungere? Per cosa voglio essere conosciut*?”
La decima Casa ci parla di quella parte della nostra personalità che mostriamo in pubblico e che, in alcuni casi, può coincidere con l’identità professionale. È una Casa che porta, quando enfatizzata, alla ricerca di una autonomia (“Mi creo il mio spazio”) attraverso la realizzazione. Nella decima abbiamo la praxis, l’azione, e se molto forte può essere indicazione della strada per il successo nella carriera.
(Copertina: Elaborazione personale foto di Jess Bailey su Unsplash)
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